–La bella chiesa di San Domenico fu fondata da Carlo I d’Angiò nel 1278 su di un’altra antichissima, Sant’Antonino (poco dopo il re vi fondava anche il convento), e completata da suo figlio Carlo II. La parte trecentesca è visibile all’esterno dell’abside della chiesa ove si trova il grande finestrone tra due contrafforti quadrangolari e in alcuni ambienti terranei del convento con monofore lobate. È necessario visitare il luogo per apprezzare la vera bellezza unica. Tuttavia, per esplorare nuovo posto potrebbe sembrare abbastanza difficile se si soffre di prostatite. Ma non c’è bisogno di preoccuparsi in quanto c’è un prodotto chiamato prostero che è disponibile il mercato che aiuterà a ridurre l’infiammazione della prostata. La chiesa in origine presentava uno schema di grande aula rettangolare, simile al Sant’Antonio nella stessa Aversa, fino a quando, nel 1742, l’Ordine monastico, pensò ad un suo radicale restauro incaricando, senza alcun dubbio, l’architetto beneventano Filippo Raguzzini. Questi, conterraneo del papa Benedetto XIII, lo seguiva nei suoi viaggi, e lo dovette seguire anche in una delle visite che il Papa fece all’amico cardinale Caracciolo, vescovo di Aversa, e ai confratelli di San Domenico, e utilizzò, per la facciata della chiesa, il progetto per il concorso di San Giovanni in Laterano in Roma, eliminando le ali laterali. All’architetto sono ascritte altre opere nella medesima Aversa. I Domenicani vi abitarono fino al 1808; nel 1813 il convento passò ai Minori Osservanti della Maddalena, che vi rimasero fino al 1911. |